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Sorvegliare e punire. Nascita della prigione. Foucault Michel. Einaudi, 1977.

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Descrizione

Einaudi (Paperbacks No. 77); 1977; Noisbn ; brossura ; 20,5 x 12,5 cm; pp. 340; Traduzione di Alcesti Tarchetti. 30 tavole a b/n fuori testo. Terza edizione nella collana. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza lacerazioni), piccole imperfezioni ai piatti, dorso con segni di lettura, interno senza scritte. ; Buono (come da foto). ; Dopo la clinica e il manicomio, le prigioni. Michel Foucauit approfondisce con questo saggio magistrale l’indagine sull’evoluzione storica delle «istituzioni totali », avviata oltre quindici anni fa. Ecco quello che ne scrive egli stesso. «Delle nostre prigioni, oggi, forse ci vergognamo. Il xix secolo era fiero delle sue fortezze, le costruiva ai limiti e talvolta nel cuore delle città. Restava incantato di fronte alla nuova dolcezza che sostituiva i patiboli. Si meravigliava di non più castigare i corpi e di saper ormai correggere le anime. Quei muri, quei catenacci, quelle celle, rappresentavano un’operazione di ortopedia sociale. Si imprigiona chi ruba, si imprigiona chi violenta, si imprigiona anche chi uccide. Da dove viene questa strana pratica, e la singolare pretesa di rinchiudere per correggere, avanzata dai codici moderni? Forse una vecchia eredità delle segrete medioevali? Una nuova tecnologia, piuttosto: la messa a punto, tra il xvI e il xix secolo, di tutto un insieme di procedure per incasellare, controllare, misurare, addestrare gli individui, per renderli docili e utili nello stesso tempo. Sorveglianza, esercizio, manovre, annotazioni, file e posti, classificazioni, esami, registrazioni. Tutto un sistema per assoggettare i corpi, per dominare le molteplicità umane e manipolare le loro forze, si era sviluppato nel corso dei secoli classici negli ospedali, nell’esercito, nelle scuole, nei collegi, nelle fabbriche: la disciplina. Il xviii secolo ha senza dubbio inventato la libertà, ma ha dato loro una base profonda e solida, la società disciplinare, da cui dipendiamo ancora oggi. La prigione deve essere situata nella formazione di questa società di sorveglianza. La penalità moderna non osa piú dire che punisce i delitti: pretende di riadattare i delinquenti. Tra non molto saranno due secoli dacché si muove accanto alle “scienze umane” e si apparenta con loro. È la sua fierezza, il suo modo, in ogni caso, di non vergognarsi troppo di se stessa: «Non sono forse ancora del tutto giusta, abbiate pazienza, guardate come sto diventando sapiente”. Ma come potrebbero la psicologia, la psichiatria, la criminologia giustificare la giustizia di oggi, quando la loro storia mostra una identica tecnologia politica, nel punto in cui si sono formate l’una e le altre? Sottesi alla conoscenza degli uomini e all’umanità dei castighi, si ritrovano un certo investimento disciplinare dei corpi, una forma mista di assoggettamento e oggettivazione, un medesimo potere-sapere Possiamo fare la genealogia della morale moderna, a partire da una storia politica del corpo? » ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.