Piccoli italiani. Marco Lanzòl. Baldini&Castoldi, 1996.

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Descrizione

Baldini&Castoldi (Romanzi e racconti 63.); 2006; 9788880891376 ; Copertina flessibile con risvolti ; 23 x 14 cm; pp. 146; ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Molto buono, (come da foto). ; Andrea, undici anni, trasloca in un quartiere della prima periferia romana. Fa amicizia con Gianni e insieme cominciano a frequentare un gruppo di coetanei: Luca, Caramazza, Pistoia, Carmine, Maradonino… La loro quotidianità è fatta di partite a pallone, litigi, sconclusionate chiacchiere su calcio fumetti tv, iperattività malsana, noia, conformismo e vandalismo. Poi c’è il sesso, naturalmente. Sesso anche molto spinto, sesso fra ragazzi, cosa che non impedisce di affermare che «i froci andrebbero ammazzati». Per tutti, tranne che per Andrea, che va anche con adulti e scopre di innamorarsi «dei maschi, non delle femmine». Tutto questo sotto gli occhi comicamente ignari di genitori che hanno perso ogni capacità di vedere, capire, dialogare; svuotati di ruolo sia quando cercano una patetica complicità coi figli, sia quando vogliono, con molte urla e pochissima convinzione, reprimerli. La periferia, dunque. Ma la periferia di un Paese che tutto è diventato periferia, «normale» marginalità. Vent’anni dopo, definitivamente compiuta la parabola discendente della disgregazione sociale e culturale, siamo di fronte al panorama che aveva cominciato a intravedere un rabbioso, sgomento e nello stesso tempo lucido e preveggente Pasolini. Ma Lanzòl non è un epigono pasoliniano. Narra piuttosto la «verità sfacciata» del Belli, e si rifà a Gadda: «Barocco è il mondo, e l’autore non può che ritrarne la baroccaggine». ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.