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Il pensiero selvaggio. Levi-Strauss Claude. Saggiatore, 1976.

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Descrizione

Il Saggiatore (La cultura. Biblioteca di scienze dell’uomo No. 2); 1976; Noisbn ; brossura ; 21 x 15,5 cm; pp. 315; Traduzione di Paolo Caruso. Sesta edizione nella collana. 11 disegni. 13 tavole fuori testo. Volume illustrato a b./n. ; Presenta segni d’uso ai bordi (senza lacerazioni), piccole imperfezioni ai piatti, dorso con segni di lettura e scoloriture, interno senza scritte, volume lievemente brunito. ; Accettabile (come da foto). ; «Pensiero selvaggio» non vuol dire «pensiero dei selvaggi», intesi nella loro figura tradizionale, primitiva, talvolta pittoresca. Questo libro, anzi, si allontana dall’etnologia più corrente e mette a fuoco un attributo universale dello spirito umano. Come è noto, per Levi-Strauss i «selvaggi» sono assai più vicini a noi di quanto si soglia o si voglia credere, e il nostro pensiero, preso in certe sue manifestazioni, e sempre «selvaggio». Gli esempi tipici, i termini di paragone si potranno cercare nelle società ancora ignare della scrittura e delle macchine, ma essi finiranno poi sempre col presentarci sorprendenti somiglianze coi modi di pensare operanti nella poesia e nell’arte dei nostri paesi, oltre che nelle nostre forme di sapienza popolare, arcaiche o recenti. Il pensiero selvaggio, al pari del precedente libro di Levi-Strauss (Il totemismo oggi), che ne costituisce una rapida premessa, tenta appunto di delineare la struttura logica del pensiero nel suo momento «selvaggio», secondo la prospettiva aperta alle scienze dell’uomo dall’Antropologia strutturale (pubblicato in questa collana). Attraverso un sorprendente itinerario etnologico, che registra e analizza miti, riti, credenze e altri fatti di cultura, esso accantona radicalmente ogni idea di «esotismo» e ritrova la genesi dei nostri attuali schemi logici in una specie di «ricerca del pensiero perduto». Come in Tristi tropici, anche qui l’etnologia esce dai laboratori, compromette irresistibilmente nelle sue indagini la nostra natura più profonda, combatte contro le proprie concezioni tradizionali, prosegue nello smantellamento di dottrine e ipotesi ormai superate, quali la partecipazione mistica di Lévi-Bruhl, il funzionalismo di Malinowski, il totemismo. E il capitolo finale, che impegna una vivacissima polemica con Sartre circa il significato della dialettica e della storia, continuerà a destare, come già sta facendo, una eco sempre più vasta in tutti i campi della cultura.. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.