Arcimboldo (1527-1593). Sylvia Ferino-Pagden (a cura di). Skira, 2008.

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Descrizione

Skira; 2008; 9788861303805; Rilegato con sovracoperta; 28,5 x 25 cm; pp. 320; A cura di Sylvia Ferino-Pagden. Volume riccamente illustrato a col. e b./n. ; Presenta leggeri segni d’uso alla sovracopertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; Giuseppe Arcimboldo nacque a Milano nel 1526. Secondo studi recenti, egli non discenderebbe dalla nobile famiglia degli Arcimboldi, alla quale appartenevano i tre arcivescovi la cui tomba monumentale ancora si conserva nel Duomo di Milano, ma da un’omonima famiglia di pittori da diverse generazioni. Il padre di Giuseppe, Biagio, attivo fin dal 1518 per la Fabbrica del Duomo di Milano, era legato a Bernardino Luini, pittore milanese seguace di Leonardo, da un rapporto non solo artistico ma anche di amicizia; per questo motivo, anche la formazione artistica di Giuseppe potrebbe essere stata influenzata dal Luini. I lavori certi e remunerati, seppur in gran parte non pervenutici, svolti da Arcimboldo per il Duomo di Milano sono documentati solo a partire dal 1549 circa. Fino all’incirca al 1558 egli fu pagato dalla Fabbrica del Duomo per progetti di tutti i tipi (dalle vetrate, ai baldacchini, agli stemmi a fresco e alle Madonne). Documentati sono il bozzetto presentato nel 1560 per l’arazzo, ancora oggi nella cattedrale di Como, raffigurante la Morte di Maria e l’Albero della vita dipinto a fresco in collaborazione con Giuseppe Meda nel transetto del Duomo di Monza. Per quanto riguarda, invece, il Gonfalone di Sant’Ambrogio, egli non ando oltre un primo abbozzo. Nella primavera del 1563 lo troviamo a Vienna al servizio di Massimiliano II, incoronato imperatore nel 1564, che Arcimboldo entusiasmo con i suoi fantasiosi “scherzi”, realizzati sulla base degli studi dalla natura, come anche con i suoi fastosi allestimenti di splendide feste. La serie delle Stagioni è datata 1563, quella degli Elementi 1566. Giovanni Battista Fonteo le interpreta poeticamente come panegirico del sovrano e ne documenta la presentazione ufficiale all’imperatore, il giorno di Capodanno del 1569. Gran parte dell’energia creativa di Arcimboldo fu assorbita da incarichi effimeri: gli allestimenti dei cortei per le nozze di Anna, figlia di Massimiliano, con Filippo Il di Spagna e per quelle del fratello l’arciduca Carlo dell’Austria Interna con Maria di Baviera celebrate nel 1571 a Vienna; i numerosi festeggiamenti tra cui quelli indetti in occasione dell’incoronazione. La maggior parte dei circa 150 disegni di costumi a noi pervenuti, che Arcimboldo consegnò nel 1585 a Rodolfo II in un volume rilegato in cuoio rosso con dedica al sovrano, documentano probabilmente i festeggiamenti tenuti in occasione delle nozze del 1571. Anche in questo caso Fonteo compilò il programma. Nel 1575 l’imperatore legittimò il figlio naturale di Arcimboldo, Benedetto, Alla morte di Massimiliano II, nel 1576. Arcimboldo passo come artista di corte al servizio di suo figlio, e successore, Rodolfo II, e con lui si trasferí a Praga probabilmente nel 1580. Nello stesso anno l’imperatore Rodolfo “confermò” il titolo nobiliare di Arcimboldo. Nel 1582 Arcimboldo fu inviato in Germania per prendere visione di oggetti artistici e antichità ma anche di cose naturali (animali e uccelli meravigliosi provenienti dal Nuovo Mondo); se ne deduce pertanto che egli non operò solo come esperto in campo artistico e naturalistico ma anche come acquisitore. Arcimboldo, che già nel 1585 aveva chiesto di essere congedato per motivi di età, non riusci tornare a Milano prima del 1587, seppur con tutti gli onori e una cospicua liquidazione. Dovette tuttavia promettere di continuare a lavorare per l’imperatore. Ed effettivamente, anche in seguito, egli acquistò altri oggetti d’arte e invio a Rodolfo II a Praga altri dipinti da lui realizzati tra cui i famosi Flora e Vertumno. Per questa ragione nel 1592 fu nominato Conte Palatino ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.