Viaggio in Italia 1844-1845. Theodor Mommsen. Fogola, 1980.

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Descrizione

Fogola (La torre d’avorio); 1980; Noisbn ; brossura con alette; 20,5×13 cm; pp. 217; Prima edizione. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Molto buono, (come da foto). ; Durante il suo primo viaggio nella terra classica (1844-1845), Mommsen, oltre a raccogliere iscrizioni latine, a collazionare manoscritti e a progettare il Corpus Inscriptionum Latinarum, tenne anche un diario, che qui viene presentato per la prima volta e integralmente al lettore italiano. L’originale, che si conserva nella Staatsbibliothek di Berlino Est e che era rimasto inedito, è uno dei pochi documenti dell’ex archivio della famiglia Mommsen scampati alle distruzioni della seconda guerra mondiale. Acuto osservatore degli uomini e delle condizioni politiche e sociali, Mommsen ci fornisce un quadro molto interessante dell’Italia di allora. E verrebbe quasi voglia di dire che i mali da lui rilevati, anziché migliorare, siano nel frattempo peggiorati, dato che il nostro è un Paese che si sviluppa alla rovescia come la coda dei vitelli. Quando, per esempio, parla di una « sciagurata mezza cultura », che « è insita nel carattere italiano e domina tutta la letteratura», bisogna avere il coraggio di chiedersi se oggi le cose, da questo punto di vista, non stiano ancora peggio. A parte ciò, il diario rivela il grande interesse di Mommsen per le arti figurative. Certi giudizi possono forse sorprendere, anche se sono perfettamente coerenti con il gusto del suo tempo e con la cultura uscita dal razionalismo illuministico e dal neoclassicismo. Tuttavia questo epigrafista, che non è un esperto di arti figurative e guarda le opere d’arte con la stessa soddisfazione con cui guarda i paesaggi e la faccia della gente, rivela spesso un occhio chiaro e una sensibilità notevole. Ma quello che soprattutto piace e affascina, in queste pagine, è l’entusiasmo di un giovane ventisettenne che corre di qua e di là, senza mai stancarsi o lamentarsi dei disagi, pur di ammirare i suoi cari monumenti romani. Egli colloquia, per cosí dire, con le pietre cariche di storia; e chi ama l’archeologia sa che cosa questo significhi. Le poesie intercalate nel testo, inoltre, danno un’idea delle eccellenti qualità poetiche dell’autore, il quale, senza volerlo, sacrificò forse l’artista allo scienziato. Anche nella celebre Römische Geschichte fa spesso capolino l’artista. Le bordate contro il clero cattolico tradiscono, qua e là, i pregiudizi del protestante luterano; ma tradiscono anche, e forse ancora di piú, il rimpianto degli Dei capitolini da parte del grande romanista; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.