Vade ad formicam. I buoni esempi degli animali. Arrighini A.. L.I.C.E.; Berruti, 1951.

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Descrizione

L.I.C.E.; Berruti ; 1951; Noisbn ; Copertina flessibile ; 21,5 x 14,5 cm; pp. 292; Unica edizione. ; Presenta severi segni del tempo. Sovracoperta con mancanze e lacerazioni (nastro adesivo), interno senza scritte, volume brunito e con fioriture sparse; Accettabile (come da foto). ; PREFAZIONE: Dopo di aver in parecchi miei libri morali e religiosi, citati tanti buoni esempi di santi, eroi, grandi uomini, credo ancora meglio, ai piccoli uomini dei nostri tempi, proporne anche altri di animali. Infatti che i santi e gli eroi abbiano amato il prossimo e praticato la giustizia, la fortezza, la pazienza, la fedeltà e tutte le altre virtù in modo perfetto, nessuno più se ne meraviglia e neppure si sente spinto ad imitarli giacchè sa purtroppo di non esser santo e, tanto meno, aspira a diventarlo; ma che ciò abbiano pur fatto degli animali, dei bruti in cui non è intelletto, non può non stupire chiunque e, a più forte ragione, far ripetere quel famoso intercalare agostiniano: Se questi e quelli, perchè non io? Del resto, non feci in ciò che seguire l’esempio del sapiente Salomone che manda il pigro ad imparare dalla formica: Vade ad formicam…, donde appunto il titolo di questo libro. Il divin Maestro stesso accennava spesso agli uccelli dell’aria che non seminano e raccolgono, alle volpi che si rifugiano nella loro tana, alla prudenza del serpente, alla semplicità della colomba, ecc. I Padri e Dottori ne seguirono l’esempio e non di rado, nelle loro omelie, ricorrono a tali argomenti. Anche Esopo, quando volle educare l’umanità, mise in scena leoni, cani, volpi, uccelli; Plauto i’asino: e tra i più recenti, basti ricordare le Favole del La Fontaine, il Libro del gatto dell’altro abate Teofilo Folengo, l’Onographia o scienza asinina del Palino, i due volumi sullo stesso soggetto del Guerrazzi, i Quadri campestri del Freün, La grande lezione dei piccoli animali di Marcel Roland, i Cenni morali sul gatto del Raiberti, la Comédie des animaux del Mery, ecc. Preceduto da tanti maestri, non esitai quindi ad intraprendere anche questo libro, giovandomi delle molte mie letture giovanili a cui ritornal con piacere. Fu così per me un diversivo, o piuttosto, una pausa riposante in mezzo ai miei severi studi di teologia, filosofia, sociologia; pausa però assai breve, non essendo durata esattamente che ventiquattro giorni, non avendone impiegato uno di più a dettarlo. Non c’è però da stupirsi se si pensi che Haëndel, nello stesso periodo di tempo, compose tutto il suo colossale capolavoro del Messia. Quando l’estro invade l’artista o lo scrittore, fa compiere prodigi. E con ciò, non intendo insinuare che tale sia questo mio modesto lavoro, ma certo, nel suo genere, mi sembra che non poteva meglio riuscire e adattarsi alla coltura di tutti. S’inizia con un breve e pratico studio di psicologia sugli animali, necessario a farci comprendere e anche ammettere gli esempi ed ammaestramenti che, nei seguenti capitoli, essi ci danno di reciproco aiuto, di socievolezza, di fedeltà coniugale, di affetto alla prole, di riconoscenza, pazienza, vigilanza, prudenza, coraggio, giustizia, ecc. Tutti questi fatti, per quanto possano sembrare talvolta incredibili, vengono sempre autenticati da numerosi autori e scienziati la cui bibliografia, in tutte le lingue, viene diligentemente riportata. A conclusione del libro, segue un capitolo sull’affetto e riconoscenza che, a nostra volta, dobbiamo a creature che ci hanno dato tanti buoni ed utili ammaestramenti. E un poco di tale affetto e riconoscenza spero serbati anche a chi li ha raccolti e fatti conoscere. L’AUTORE. Genova, Righi, 1950 ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.