Un luogo dove non sono mai stato. David Leavitt. Mondadori, 1990.

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Descrizione

Mondadori (Omnibus.); 1990; 9788804333286 ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta ; 22,5 x14,5 cm; pp. 233; Traduzione di Anna Maria Cossiga. Prima edizione nella collana. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni, imperfezioni agli angoli), volume saldo, interno fresco e senza scritte; Buono, (come da foto). ; Con i racconti contenuti in questa raccolta, David Leavitt continua il “romanzo emotivo” di una generazione iniziato con Ballo di famiglia, il libro che I’ha reso famoso e ne ha fatto il più ammirato e amato tra i giovani scrittori americani. Tornano temi e personaggi che Leavitt ha cominciato a farci conoscere: i misteri dell’amore tra padri, madri, fratelli; la precoce esperienza del dolore e del distacco; la passione e la paura che accompagnano la scoperta dei propri sentimenti. Ma nello stesso tempo Leavitt ci conduce con sorprendente sicurezza verso nuove direzioni, nelle zone a rischio del mondo, quelle che in uno dei racconti più intensi vengono definite “atrep”, dove ci si avventura “a tuo rischio e pericolo”. In “Gravità” è il caso di una madre, che conduce il figlio malato a fare acquisti e in un negozio sottilmente gli svela quanta disperazione le sue premure hanno sempre mascherato. In un racconto d’ambiente italiano, “Le strade che portano a Roma”, è invece un giovane americano che si ritrova in un gruppo di ricchi e viziati italiani radunati per dire addio a Fulvia, l’irriverente, crudele e morente regina della compagnia. Pochi scrittori sanno oggi descrivere, con una sensibilità e un’eleganza che possono far pensare solo a Fitzgerald, le transizioni sentimentali di una generazione. Come Ballo di famiglia, anche questo libro appare destinato a diventare un landmark, un punto di riferimento, uno di quei libri che caratterizzano un’epoca.. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.