Sull’orlo del visibile parlare. Giovanni Pozzi. Adelphi, 1993.

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Descrizione

Adelphi (Collezione Il ramo d’oro ); 1993; 9788845910050; brossura con risvolti ; 24 x 16 cm; pp. 540 ; Prima edizione ; leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo e senza scritte; Molto buono (come da foto). ; Già nella Parola dipinta Giovanni Pozzi aveva magistralmente indagato «l’unione più intima» fra parola e immagine che si ha nel calligramma. Ma la vicenda dei rapporti fra queste due potenze della nostra mente – di conseguenza fra arte e letteratura – include molte altre vicende, quanto mai complesse: basti pensare ai dipinti che, quasi crittogrammi, nascondono un testo verbale preciso e, a rovescio, alle scritte deposte in composizioni figurative. E fra questi due estremi si colloca un’ampia zona intermedia, che coinvolge forme miste quali l’emblema e l’impresa, le illustrazioni di testi letterari concepite o volute dall’autore (dalla Hypnerotomachia Poliphili ai Promessi Sposi) fino ai numerosi enigmi del simbolismo iconico-poetico. Riprendendo la formula dantesca del «visibile parlare» – «magnifico adýnaton, un visibile da non vedersi» –, Pozzi ha ancora una volta esplorato territori nuovi, spesso evitati perché richiedono una uguale perizia nel seguire le due «vie parallele» della figura e della parola. Dalla teologia mariana a Giorgione e a Piero della Francesca, dalla simbolica dei fiori alla scrittura geroglifica, vasti sono i campi dove questa indagine rigorosa e suggestiva ci conduce a risultati illuminanti, insieme storici e teorici. Tutto ciò che si pone, infatti, «sull’orlo del visibile parlare» mette in questione la natura stessa dello spazio figurato, là dove coabitano immagini e lettere, entro un sottile contrappunto in cui si tratta di riconoscere il retaggio della storia nell’operare della mente. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.