Descrizione
Garzanti; 1980; Noisbn ; Rilegato con sovracoperta; 22 x 14,5 cm; pp. 140; Prima edizione. ; piccola lacerazione di pochi mm alla sovracopertina per il resto ottimo; Buono (come da foto). ; Stranezze è il primo libro di poesie che appare dopo la raccolta completa dei versi di Sandro Penna uscita col titolo Tutte le poesie (Garzanti, 1970). In apparenza, l’universo di Penna non è cambiato. Il paesaggio naturale, quello storico, i luoghi, gli oggetti della poesia di Penna sono sempre gli stessi: le sale buie dei cinematografi, il treno che fischia e si perde nel sole, la campagna, il fiume, la luna, la bicicletta, la pioggia; e i rumori della città, le finestre aperte sul giorno, le sale d’aspetto, i casamenti di periferia; e i fanciulli, naturalmente, gli innumerevoli fanciulli di cui non intravediamo mai il volto, protetto dalla gelosia e dal pudore. Tutto è ancora divino, per Penna, e tutto è ancora carnale. Il bene e il male, l’ebbrezza e la solitudine, hanno gli stessi risvolti del tempo e della stagione, e la vita passa nell’attesa e nella promessa della felicità come lo scorrere di un rivo, come il brontolare di un’acqua. Questa promessa è la presenza del sesso. Il sesso è ovunque presente, nella poesia di Penna, come un dio selvaggio e discreto. Lo si sente volare nelle stanze, si sente palpitare la sua infinita vita di uccello che sbatte le ali, senza che lo vediamo mai. Per questo la poesia di Penna piace alle donne. È una poesia che affratella il buio e la luce, l’orinatoio e le stelle. Questo corpo che stringo (e mi stringe!) ha sapore di fango e di stelle… Eppure qualcosa è cambiato. Sembra fuggito il delirio, dai versi di Penna, volata via la droga. È passata la gioventù, e una tristezza calmissima, una grande sapienza da legislatore mitico snebbia gli antichi paesaggi, e fa dell’ultimo Penna un poeta nuovo, un grande e adulto conoscitore dei fatti dell’uomo. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.
