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Nuovo Mondo. Gli Spagnoli. 1493-1609. Aldo Albonico, Giuseppe Bellini (a cura di). Einaudi, 1992.

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Descrizione

Einaudi (Millenni); 1992; 9788806130237 ; Rilegato con sovracoperta e cofanetto; 22 x 14 cm; pp. XXX – 948; A cura di Aldo Albonico, Giuseppe Bellini. Prima edizione. Volume riccamente illustrato a col. e b./n. ; minimi segni d’uso alla sovracopertina ed al cofanetto, interno ottimo; Molto buono (come da foto). ; Gli Spagnoli nel Nuovo Mondo. La prima, nonché la massima potenza nell’emisfero occidentale, almeno sino ai primi decenni del XVIII secolo, la Spagna, fu di quello l’intermediaria con l’Europa: gli uomini, la flora, la fauna dell’America, e anche i paesaggi, furono conosciuti per lo piú attraverso gli scritti di esploratori, conquistatori, missionari e funzionari venuti dalla Castiglia, dall’Andalusia, dall’Estremadura… La ricchissima messe delle testimonianze spagnole del Cinquecento riguardanti il Nuovo Mondo – ben piú abbondante di quella offerta dai viaggi inglesi e da quelli italiani – ha reso ardua la scelta dei passi da inserire in un’antologia pur molto ampia. I curatori hanno cercato innanzi tutto di fornire – adeguatamente corredato da introduzioni – un panorama in grado di coprire l’intera area geografica: da ciò, l’articolazione del volume in otto grandi sezioni regionali (le Antille; Messico e Yucatán; Nordamerica; Centroamerica; Nuova Granada e Venezuela; Perú e Cile; dall’Orinoco allo Stretto di Magellano; tra America e Asia). All’interno di ciascuna sezione fi gura una selezione capace di abbracciare sia episodi abbastanza noti sia eventi meno conosciuti. Da una parte, quindi, si presenta, per esempio, la conquista degli aztechi attraverso le cronache di Hernán Cortés, di Bernal Díaz del Castillo, di Lope de Gómara, e, dall’altra, anche la lotta contro gli araucani del Cile attraverso le lettere di Pedro de Valdivia. Ma, oltre che a danno dei nativi, gli Spagnoli maneggiarono spesso le armi in contese intestine: ecco quindi altri episodi cruenti, come la faida tra i seguaci di Francisco Pizarro e i partigiani di Diego de Almagro, o la rivolta degli encomenderos del Perú contro la Corona Pure, la precoce presenza in America di africani si evince dal racconto dell’insurrezione dei minatori negri del Venezuela. Accanto a imprese eroiche e incredibili, come la traversata di Diego Méndez in canoa dalla Giamaica a Santo Domingo o la discesa del Rio delle Amazzoni, da parte di Francisco de Orellana prima, e di Lope de Aguirre poi, su di un fragile brigantino, il volume dà rilievo ad aspetti più quotidiani della vita coloniale: eventi che possono essere drammatici come l’inondazione di Santiago de Guatemala, o giocosi come la discesa in un vulcano nicaraguense alla ricerca dell’oro fuso che vi si credeva celato. Non mancano le descrizioni, quasi etnografiche, sia delle civiltà superiori americane sia delle popolazioni rimaste all’epoca neolitica. I controversi temi di natura religiosa, giuridica e politica che animarono la protesta di Bartolomé de Las Casas, di Francisco de Vitoria, di fra’ Toribio de Benavente, e di altre personalità, in merito alla liceità della presenza spagnola oltremare e al trattamento dei nativi, benché non certo assenti nella trattazione generale, dominano nell’ Appendice, per intero dedicata a una rassegna dei molteplici aspetti che alimentarono, a torto o a ragione, la «leggenda nera» antispagnola. Chiude l’antologia la valutazione, tentata da Tomás López Medel nel 1565, delle perdite e dei profitti registrati, in occasione dell’incontro reciproco, dal Nuovo Mondo e dal Vecchio: nulla di meglio, nell’anno in cui si celebra, o si maledice, il quinto centenario della scoperta dell’America, che tale bilancio ideale.; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.