Niccolò De’ Lapi. Ovvero i Palleschi e i Piagnoni. Massimo D’azeglio. Paolo Carrara, 1891.

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Descrizione

Paolo Carrara; 1891; Noisbn ; Rilegatura muta, dorso in pelle; 24 x 17 cm; pp. 848; Volume riccamente illustrato in b./n. ; Presenta segni d’uso e del tempo, interno senza scritte, volume lievemente brunito, 2 pagine presentano lacerazioni senza mancanze, fioriture sparse; Accettabile (come da foto). ; DICHIARAZIONE. Questa edizione illustrata del Niccolo de Lapi è stata eseguita col regolare consenso de’ Successori Le Monnier, cui appartiene la proprietà del Romanzo, e tutti gli esemplari debbono esser autenticati dalla firma del sottoscritto. “Questo racconto che presento al pubblico non senza il batticuore dell’amor proprio in pericolo, fu incominciato nel 1833, e tralasciato cento volte per cagioni ora funeste ora fastidiose….. Quantunque abbia preso a trattare l’epoca luminosa e terribile per la città di Firenze, in cui la repubblica si difese sola contro le armi di Clemente VII e di Carlo V, non ebbi tuttavia per iscopo dipingere il quadro completo dell’Assedio del 1529-30; ed il titolo stesso di questo racconto basta forse a mostrare che più degli eventi, mi sono proposto descrivere le passioni che in allora agitavano il popolo Fiorentino. La relazione intera, minuta e regolare dell’ Assedio, l’ha scritta meglio d’ogni altro il Varchi. Contemporaneo, attore anch’esso della sua storia, mosso dagli affetti del tempo, chi potea far meglio di lui? Chi oserebbe rifare il suo lavoro? Agli storici dunque la storia. Al Varchi quella dell’ Assedio; chè malgrado i suoi lunghi ed intralciati periodi, malgrado la oscura irregolarità che talvolta s’incontra nella sua costruzione, sarà pur sempre quella che trasporta il lettore al secolo XVI con maggior illusione, che trasfonde nel cuor de’ moderni i pensieri, le passioni, la vita tutta del cinquecento. Ma se il Varchi disse bene, disse egli tutto? tutto quanto si vorrebbe sapere sul fatto di quegli antichi uomini, che negli amori, nell’ire, nella fede, ne’ sacrifici, e persin nei delitti mostrarono una ferrea natura tanto lontana dalla moderna fiacchezza? Ignoro qual sia la risposta del lettore. La mia è negativa. No, non conosco tutto quanto vorrei conoscere quando leggo gli onorati fatti di que’ cittadini animosi, le battaglie, i tu- multi, le pratiche: quando li vedo in piazza magistrati, soldati, capi di parte, io ammiro in essi la virtù, la costanza, la fortezza, l’ardire; io mi maraviglio che la natura umana abbia prodotto individui di cosi potenti facoltà, ma domando invano allo storico quali fosser costoro, che eran pur padri, mariti, figli, fratelli; quali fosser, dico, quando dopo una tempestosa giornata ritornavan la sera tra le pareti domestiche quando, deposto l’arnese di guerra, e cercando un po’ di sosta alle cure, ai travagli che li stringevano al di fuori…” ; (Sc A) ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.