Mito e spettacolo nel teatro cortigiano di Calderón de la Barca. Fortunas de Andrómeda y Perseo. Luciana Gentilli. Bulzoni, 1991.

11,04

Solo 1 pezzi disponibili

COD: 16589 Categoria: Tag:

Descrizione

Bulzoni (Il labirinto 1.); 1991; 8871193652 ; Copertina flessibile ; 21 x 14 cm; pp. 326; A cura diLuciana Gentilli. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), impefezioni, dorso con lieve segno di lettura, interno senza scritte; Buono, (come da foto). ; Premessa. Occuparsi oggi di teatro mitologico secentesco non equivale ad una sterile escavazione in un passato astruso ed impenetrabile, se è vero che i grandi miti del politeismo greco-romano non sperimentano mai la solitaria estraneità del fossile, al contrario, sono perenne oggetto di consumazione attiva. Il confronto con la produzione mitologica calderoniana comporta anzitutto la riscoperta di quell’universo di idee e di simboli che costituivano il tesoro sapienziale di un’intera civiltà. Sopravvissuta ai rigidi canoni dell’esegesi allegorica medievale e rinvigorita dall’esperienza cinquecentesca, la fabula pagana si affaccia al ‘600 con un vasto retaggio di sollecitazioni, imponendosi come elemento vivificante dell’immaginario collettivo e fonte di ispirazione per intellettuali e letterati. Involta nell’emblema arguto, o nel dipinto di palazzo o ancora nel poema lirico, la narrazione leggendaria si afferma come impareggiabile ricettacolo di sapere, lezione etica e profittevole divertimento. Ma la mitologizzazione non è fenomeno limitato alla sfera delle arti, bensì investe la vita stessa delle città, trasformando, almeno in apparenza, il loro aspetto in occasione delle imponenti manifestazioni civili e religiose. Gli antichi dei ed eroi, destati a nuova vita grazie all’artificio degli apparati effimeri, danno forma ad una imago urbis monumentale, in grado di ostentare stabilità e floridezza, qualità queste ormai sconosciute alla capitale spagnola. In questa riduzione del mondo sub specie fabulae, il monarca stesso – Filippo IV – diviene il più acclamato mito vivente. La sua identificazione con Giove o con Ercole non solo rappresenta un ampliamento delle possibilità di divinizzazione della figura reale, ma assolve altresì una funzione parenetica, giacché induce la gente alla più mite subordinazione. È naturale, di conseguenza, che le divinità dei Gentili conoscano la loro più completa legittimazione proprio nei grandi spettacoli allestiti per il sovrano. …. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.