L’uomo e il cane. Cassola Carlo. Rizzoli, 1977.

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Descrizione

Rizzoli (La Scala.); 1977; Noisbn ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta ; 22 x 14 cm; pp. 128; Prima edizione. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte, volume lievemente brunito; Buono, (come da foto). ; Questo romanzo è anche un apologo politico. Il cane Jack diventa suo malgrado un randagio: il padrone l’ha abbandonato perché aveva commesso un malestro. Ai nostri occhi la sua condizione è invidiabile: Jack è libero, mentre gli altri cani sono a catena. Può andare dove vuole, mentre quelli passano la vita nello stesso posto. Eppure Jack li invidia. Trascinato da una catena invisibile, egli sente di non poter stare senza un padrone. Dopo aver cercato invano la via di casa, si mette alla ricerca di un nuovo padrone. Lo trova da ultimo in un omaccio, che gli farà fare una brutta fine. Come non vedere in questa storia una metafora trasparente di quello che accade agli uomini? I quali disprezzano la libertà, quando ne dispongono, e si affidano volentieri a un qualche padrone, a un qualche capo infallibile, che li angarierà in tutti i modi. Cassola stesso fa questa considerazione: « un randagio è solo fisicamente un cane. Socialmente gli manca lo stato che lo dichiara tale, cioè la dipendenza da un padrone. Si sa che il cane è un animale domestico: dunque deve avere un nome e un collare: e chi può averglieli messi se non un padrone? ». Cassola adotta quindi in questo romanzo la difficile misura della parabola. Le parabole dei Vangeli sono di poche righe all’autore e all’ascoltatore interessa solo il succo della storia. Un autore moderno, invece, ha bisogno di definire psicologicamente i personaggi; né può contentarsi di un’ambientazione sommaria. Le sue narrazioni acquistano di conseguenza dimensioni molto maggiori.; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.