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Lettere di una peruviana. Madame de Grafigny. Sellerio, 1992.

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Descrizione

Sellerio (La memoria 265.); 1992; Noisbn ; Copertina flessibile con risvolti ; 16,5 x 12 cm; pp. 193; A cura di Angelo Morino. Prima edizione nella collana; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Molto buono, (come da foto). ; La vita di Madame de Grafigny – almeno una parte, ché la seconda, dopo pressappoco la pubblicazione di questo romanzo, fu avvolta nella maggior dolcezza settecentesca – sembra una biografia ottocentesca di donna, umilmente e tenacemente vocata alle lettere, colpita dal bisogno, dal pregiudizio contro le donne, dalle sventure sentimentali, ma a cui le umiliazioni non lasciano altro riparo e identificazione che appunto nella scrittura. Di piccola nobiltà, presto vedova di un uomo violento e dissoluto, senza mezzi, fu istitutrice presso la casa di un gran nobile di Lorena; costretta a lasciarla, e dopo aver subito offesa proprio dalla donna più ammirata, la compagna di Voltaire Emilie, andò a Parigi a scrivere conducendo vita piccina. Fino alla pubblicazione di questo romanzo epistolare, a sfondo inevitabilmente, e velatamente autobiografico, che le diede una certa celebrità. Si racconta delle traversie di una fanciulla di valore e sfortunata, che alla fine trova una sua libertà rifiutando il matrimonio e quindi la sua dipendenza, e rifugiandosi nello studio. La fanciulla è la peruviana Zilia, strappata al suo paese e trapiantata in Francia: e l’esotismo della protagonista, che si adegua alla moda illuministica del tempo, può leggersi anche come l’accentuazione simbolica di una sofferta estraneità. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.