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Le parità e le storie morali dei nostri villani. Guastella Serafino Amabile. Rizzoli, 1976.

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Descrizione

Rizzoli (Biblioteca Universale BUR No. L96); 1976; Noisbn ; brossura ; 18 x 11 cm; pp. 212 ; Introduzione di Italo Calvino. Presentazione di Roberto Leydi. Prima edizione nella collana. Alcune fotografie b/n. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), piccole imperfezioni al dorso e ai piatti, interno senza scritte, volume brunito. ; Buono (come da foto). ; Fra gli studiosi del folclore siciliano, che nell’Ottocento contò nomi famosi, come il Pitré e il Salomone-Marino, il barone Serafino Amabile Guastella occupa una posizione particolare per il suo metodo e per l’impostazione dichiaratamente realistica, antiromantica – anche sul piano linguistico – degli studi dedicati alle tradizioni contadine del circondario di Modica. Le « parità » (apologhi) e le « storie morali » (leggende) sono inserite nel contesto di un discorso in prima persona, mescolate alle riflessioni morali e sociali dell’autore; il testo vernacolo è integralmente riportato in calce al volume. Gli apologhi e le leggende riferiti dal Guastella non hanno nulla di meraviglioso e di fiabesco, ma si accentrano sulla vita familiare, le malattie, la proprietà e il furto (« Vivendo a stecchetto dal primo all’ultimo giorno dell’anno il nostro villano ha preceduto il Proudhon nella teorica che la proprietà sia il furto legale… »), le astuzie per frodare i ricchi, le miserie della vecchiaia, la solidarietà contadina. « Guastella » scrive Italo Calvino nella sua introduzione « tende a costruire i suoi libri con un metodo, che è quello – non ancora codificato nel quadro culturale in cui egli si muoveva – del sociologo. » Il volume è illustrato da fotografie d’epoca che rievocano alcuni momenti della vita popolare del circondario di Modica tra Ottocento e Novecento. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.