Il processo di Gilles de Rais. Georges Bataille. Guanda, 1996.

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Descrizione

Guanda (Biblioteca della Fenice); 1996; 9788877468840 ; Copertina flessibile con risvolti ; 22 x 14 cm; pp. 307; Traduzione di R. Guidieri. Seconda edizione. ; leggeri segni d’uso alla copertina, interno buono; Buono (come da foto). ; Prodigio o mostro, Gilles de Rais è entrato nella storia e nella leggenda attraverso un processo. Compagno d’armi di Giovanna d’Arco, Maresciallo di Francia, il Signore di Rais lasciò un breve, brillante ricordo per il suo valore militare e per le sue folli dilapidazioni in parate cavalleresche e sacri misteri, a favore di una corte di alchimisti e cantori di chiesa, di favoriti e complici; ma in segreto preparò la sua fama, nelle camere più riposte dei castelli aviti, fra le urla e il sangue delle proprie vittime, tutti giovani mendicanti e bambini del contado spariti alla luce del giorno e, dopo una sola notte, frettolosamente sepolti. La sua figura, di mostro, di demente, è la lanterna che guida Georges Bataille nella storia di Francia e nel gran teatro della crudeltà, che lo porta a svelare il potere del Male, di un male in cui il diavolo si tiene in disparte e lascia all’uomo tutto il merito del suo sanguinario trionfo. Gilles de Rais, infatti, verrà degnamente coronato da un grande supplizio, lo stesso rogo di Giovanna d’Arco, e celebrato dagli atti di un processo in cui il pudore disarma davanti alla perversione, la prudenza davanti all’eccesso. Il giudice ecclesiastico e quello secolare avevano provocato e trascritto la spontanea confessione del mostro, Bataille prolunga la sua inchiesta estendendola alla sua famiglia, al suo patrimonio, ai fatti d’arme, all’educazione, L’effigie del sodomita, torturatore di bambini, si illumina dei propri ricordi e lascia intravedere un Gilles de Rais acerbo e feroce fanciullo, precocemente abbagliato dal potere delle armi, guidato dal nonno materno alla cavalleresca scuola della rapina e dello stupro. L’infanzia di Gilles, l’ebbrezza dei suoi primi successi, il torpore dei suoi ozi, le peregrinazioni da un castello all’altro, rendono ancora più atroci i corpi mutilati delle vittime. La testa staccata dal busto di un fanciullo sembra infatti il segno di un lontano, ostinato progetto. In questa scrittura, non interamente lavata dal sangue e dai rantoli, Bataille e il suo nero scriba, traduttore delle minute latine, Pierre Klossowski, ritrovano questo progetto nella presenza di un eros improvvisamente scioltosi dai vincoli, dai propri limiti, e trasformatosi in una sorta di epifania, di avvento trascendentale di un male favoleggiato. Il risultato di tale ricerca sarà appunto di disseppellire i resti del mostro di Rais e di avviarlo a nuova vita, permettendo di inseguire le sue tracce tutte rivolte verso un futuro livido ed incerto. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.