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Il concetto discriminatorio di guerra. Schmitt Carl. Laterza, 2008.

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Descrizione

Laterza (Sagittari 162); 2008; 9788842085034; 21 x 14 cm; pp. 84; Copertina flessibile con risvolti; Prima edizione; minimi segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Molto buono (come da foto). ; Pubblicato per la prima volta nel 1938, questo saggio di Schmitt si presenta come una semplice ricognizione dei diversi orientamenti sul tema della guerra presenti nella letteratura giuridica inglese e francese degli anni Trenta, ma ha in realtà tutt’altre implicazioni. Oggetto delle critiche del grande giurista sono qui la Società delle Nazioni e il concetto di guerra giusta. Già all’inizio di quegli anni, si è radicata in Schmitt la convinzione che una ideologia universalistica esclude la possibilità di considerare il nemico come uno justus hostis, un nemico che può anche avere ragione. In una prospettiva ecumenica il nemico è sempre un nemico ingiusto e, di conseguenza, la guerra o è una guerra giusta contro i nemici dell’umanità, o è un’azione criminale che turba la pace. Questa ideologia universalistica di origine liberal-democratica viene indicata da Schmitt come il fondamento teorico della Società delle Nazioni, istituzione segnata dall’intima contraddizione di proporsi al contempo come organizzazione ancora costruita su base statuale e come società universale spoliticizzata che pretende di rappresentare il genere umano ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.