Grandezza e catastrofe di Bisanzio. Testo greco a fronte. Libri IX-XIV (Vol. 2). Niceta Coniata. Lorenzo Valla, 1999.

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Descrizione

Lorenzo Valla/Arnoldo Mondadori (Scrittori greci e latini); 1999; 9788804466369; Rilegato con sovracoperta; 20 x 13,5 cm; pp. 784; A cura di A. Pontani. Testo critico J.L. van Dieten. Testo greco a fronte ; piccole imperfezioni, scoloritura e leggeri segni d’uso alla sovracopertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; Negli ultimi anni della sua vita, Niceta Coniata, che aveva occupato posti di rilievo nella burocrazia bizantina, abitò a Nicea. L’impero era crollato (1204): i Latini si erano divisi le spoglie di Bisanzio; e, nell’abban dono e nella desolazione, Niceta raccontò ciò che aveva visto e appreso, con un odio, una furia e una ferocia, che fanno della seconda e terza parte di Grandezza e catastrofe di Bisanzio uno dei capolavori sconosciuti della letteratura universale. Il mondo non era altro che male: violenza, malvagità, sfrenatezza, oscenità erotica, corruzione, sterco, rovina. Come uno dei grandi storici del potere, Niceta Coniata rappresentò la tirannia che degradava e contagiava il mondo: raffigurandola soprattutto nel meraviglioso ritratto di Andronico, questo malvagio vestito di viola, scaltro, cialtrone, lacrimoso e teatrante, che possedeva la stessa disperata fantasia nel male dei grandi malvagi di Shakespeare. Rappresentò la turbolenta e crudelissima plebe di Costantinopoli, che massacrava poveri e imperatori; e gli «stramaledetti Latini», gli spavaldi e boriosi Normanni, che assalivano le città greche. Dovunque, in cielo, c’erano segni sinistri. Niceta Coniata interrogava e cercava la presenza di Dio nella storia: avvertiva in ogni istante il mistero religioso della realtà; ma da ogni parte il Cielo gli rispondeva che non c’era salvezza: o almeno non c’era speranza per lui. Grandezza e catastrofe di Bisanzio è uno spettacoloso racconto teatrale, di cui Niceta era insieme il narratore e il regista. Impregnava tutte le cose con il suo odio: ma l’odio, tra le sue mani di grande letterato, diventava furia visionaria, ossessione morale, splendore retorico, solennità metaforica, atroce precisione ritrattistica. Qualche volta, nei momenti in cui il genio di Niceta è più libero, abbiamo l’impressione che Tacito, Psello e Saint-Simon si siano fusi nella penna dell’antico burocrate bizantino. Il secondo volume della Grandezza e catastrofe di Bisanzio è stampato nel classico testo a cura di Jan-Louis van Dieten, che l’autore ha rivisto e corretto per questa edizione. Mentre Riccardo Maisano aveva composto il complesso e vivace commento del primo volume, il commento del secondo è opera di Anna Pontani, che ha reso mirabilmente la densità, l’arcaismo e l’audacia espressiva di Niceta Coniata. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.