Cuneo al tempo di Giolitti. Centotrentatre cartoline d’epoca della collezione Oberdan Bondi. Piero Camilla. Società Studi Storici Cuneo, 1985.

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Descrizione

Società Studi Storici Archeologici e Artistici Provincia di Cuneo (Biblioteca 23.); 1985; Noisbn ; Copertina flessibile con risvolti ; 29,5 x 21 cm; pp. 197; Prefazione di Dino Giacosa, un articolo di Vianni Brunetti, tre disegni di Francesco Franco.. Volume con 113 ill.. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze), interno senza scritte (solo firma autografa) ; Buono, (come da foto). ; In appendice: Cronaca della lotta politica a Cuneo nel primo Novecento. Lo sviluppo urbanistico lungo i secoli Le centotrentatre cartoline qui riprodotte testimoniano della situazione di Cuneo all’inizio del secolo e ne seguono lo sviluppo urbanistico nei tre decenni successivi. In questi anni comincia a crescere ed a prendere fisionomia la città nuova. quella sopra la piazza, che si allunga verso sud, verso Borgo S. Dalmazzo, l’antica Pedona. L’antica piazza, allora intitolata a Vittorio Emanuele II (ancora, per i vecchi Cuneesi, il re per antonomasia) oggi a Duccio Galimberti, è l’anello di congiunzione, anche temporale, tra la città vecchia e la nuova. La “villa” di Cuneo era sorta per una estrema esigenza di difesa, le sue mura, la sua posizione quasi imprendibile, la sua stessa configurazione urbani stica dovevano tutelare la sofferta libertà del Comune. Proprio le mura che, essendo troppo ampie, non avevano potuto allora difendere adeguatamente la villa, furono ristrette, nella seconda metà del Tre cento, sino all’inizio della piazza odierna, a pochi metri dalla cattedrale, l’antica Santa Maria del Bosco. Poi, per quattro secoli, sino all’età francese, Cuneo fu stretta nella morsa di potenti baluardi contro cui si accanirono invano, ripetutamente, gli eserciti invasori. La villa, tuttavia, fu si difesa dalle sue mura, ma ne fu anche soffocata nello sviluppo, che dovette forzatamente avvenire tutto all’interno, negli ampi vuoti edilizi della prima villa. Fu Napoleone, colla sua nuova arte militare che trascurava le fortezze e gli assedi per affrontare gli eserciti in campo aperto, a mutare il secolare destino militare di Cuneo. I Francesi, non appena si furono nuovamente, dopo Marengo (1800), inse diati in Cuneo, decisero subito di abbattere le mura della parte sud, per dare respiro al centro urbano verso i monti ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.