Cubismo cecoslovacco. Architetture e interni. Milena Lamarova, Francois Burkhardt. Electa, 1982.

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Descrizione

Electa (Saggi & documenti); 1982; ; Copertina flessibile ; 24 x 22 cm; pp. 198; Prima edizione. Volume riccamente illustrato b./n. ; dedica a biro alla prima pagina, leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; Scriverà nel 1928, il letterato praghese Karel Capek “Guardate la carta d’Europa. Se unite con una linea nord e sud, est e ovest, e se cercate il centro, noterete che il punto da cui le linee si dipartono è l’odierna Cecoslovacchia. Nel corso della storia, questa terra appare sempre come l’isola nella quale s’incrociano tutti í grandi movimenti europei”. E in questo spirito che va letta la grande, e poco nota, stagione del cubismo ceco, sviluppatosi nella Praga degli anni 1910-1919. Nell’autunno della monarchia danubiana, nella città di Kafka il cubismo conoscerà una fioritura paragonabile a quella, ben più nota, di Parigi (Braque, Gris, Picasso…), di Berlino e di Vienna. Ma, soprattutto, il cubismo praghese si distinguerà per la particolare attenzione dedicata ai problemi dell’architettura, degli interni e delle arti applicate. Se si eccettuano sparse esperienze francesi e russe, è infatti solo a Praga che si sviluppa una coerente architettura cubista, che riprende originalmente la tradizione architettonica boema (gotica, barocca), e anticipa con grande sensibilità molti aspetti del purismo, del neoplasticismo, dell’Art Déco. A questo momento poco noto, eppure decisivo, della cultura architettonica europea, alle sue realizzazioni e ai suoi interpreti è dedicato il presente volume, che per la prima volta raccoglie una documentazione realmente esaustiva sull’architettura del cubismo ceco, considerato sia nella sua autonomia espressiva, sia nei suoi legami storici con le altre capitali delle avanguardie europee. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.