Alberto Giacometti. Biografia di un’opera. Yves Bonnefoy. Leonardo, 1991.

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Descrizione

Leonardo; 1991; 9788835501732; Rilegato con sovracoperta ; 34 x 25 cm; pp. 575; Traduzione di A. La Rosa. Prima edizione. Volume riccamente illustrato a col. e b./n. Numerose fotografie b/n nel testo e fuori testo. ; minimi segni d’uso alla sovracopertina, interno ottimo; Molto buono (come da foto). ; Le lunghe filiformi figure, le pitture che sembrano annidare il germe corrosivo della scultura negatrice del colore, le sculture che sposano stranamente il disegno a un crudo senso della materia: pochi artisti della modernità hanno saputo tradurre in una forma visibile la percezione nuda dell’ “in sé” del mondo come Alberto Giacometti. E pochi altri furono tormentati quanto lui da una profonda difficoltà di trasformare il proprio genio in opere. Nato nel 1901 da un padre pittore, sulla soglia dei quarant’anni Giacometti, già celebre per la sua stagione surrealista, corse il rischio di sentirsi letteralmente sfuggire la scultura sotto le dita: come insidiate da un sentimento atroce della finitezza, le sue figure diventavano sempre più microscopiche, non più alte di pochi centimetri, tanto da poter stare tutte dentro una scatoletta da fiammiferi. Alla radice della crisi c’erano una lontana violenza dello sguardo, una complessa relazione simbolica con una pietra chiara una pietra nera, una difficoltà remota di giocare la partita sessuale fra uomo e donna. Poi successe qualcosa. E l’attrazione del nulla cedette il posto a una felicità creativa che, con le grandi mostre successive al 1947, impose Giacometti sulla scena dell’arte moderna. Seguendo un filo narrativo di sensibile fascino, che offre una chiave psicanalitica e al tempo stesso stilistica per interpretare tutta l’opera di Giacometti, Yves Bonnefoy, poeta e raffinato intenditore d’arte, racconta in questo libro le vicende interiori e le esperienze che condussero Giacometti a incarnare la più meravigliosa contraddizione che anima il nostro secolo: la capacità di arrivare ad assumere gioiosamente la finitudine esistenziale dell’essere, trasformando così quello che suscita sgomento in una nuova ragione per amare la realtà. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.