La prima Europa. Il cristianesimo medioevale dal 400 all’800. Burns Delisle. Longanesi, 1950.

Longanesi (I cento libri I); 1950; Noisbn ; Rilegato con titoli in oro al dorso custodia; 19,5 x 13 cm; pp. 830; Traduzione di Henry Furst. 9 tav. b/n, 2 f.t. . Copia numerata 137/1200, Taglio superiore colorato, stampate su carta d’India; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (piccole lacerazioni ai bordi del dorso, imperfezioni, sbucciature), minuscola sigla e data alla prima pagina bianca, interno pulito; Accettabile, (come da foto). ; INDICE: PREFAZIONE. FORMAZIONE DELLA PRIMA EUROPA. DISSOLUZIONE D’UN SISTEMA SOCIALE. DECLINO DELL’AUTORITÀ MORALE. IL DILEMMA DELLE CHIESE. I RE BARBARI. LATINI E GRECI. «KINGS’ BISHOPS ». LEGGI E CANONI. MONACI E MONACHE. LAVORATORI E PELLEGRINI. PROPRIETARI DI TERRE. LA FORMAZIONE DEL PAPATO. LA CHIESA IMPERIALE. L’IMPERATORE DA COMMEDIA. TEORIA E PRATICA. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Cristianesimo primitivo e paideia greca. Jaeger Werner. Nuova Italia, 1966.

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La Nuova Italia (Strumenti ristampe anastatiche 12); 1966; Noisbn ; Copertina flessibile ; 20 x 12 cm; pp. 163; Traduzione diSilvano Boscherini. ; Presenta segni d’uso e del tempo alla copertina, interno buono, con alcune sottolineature a matita, volume lievemente brunito; Accettabile (come da foto). ; Con una bibliografia degli scriti di W. Jeager a cura di Herbert Bloch. PREFAZIONE Il presente volume contiene le Carl Newell Jackson Lectures dell’anno 1960, che ebbi l’onore di tenere alla Harvard University. Al Professor Carl Jackson, dal quale questo corso di lezioni prende nome, io debbo la mia chiamata a Harvard e ha per me un profondo significato potere attestare la mia perpetua gratitudine verso di lui nel momento in cui sto per cessare la mia attività di insegnante in questa Università. In altre occasioni ho trattato, piú brevemente, vari aspetti di quello che è l’argomento di queste lezioni. Qui esse si presentano molto ampliate e accompagnate da lunghe note, che costituiscono una parte essenziale del libro. Tuttavia neppure cosi accresciute queste lezioni rappresentano la realizzazione completa del piano originario. Quando scrissi Paideia, avevo pensato sin dal principio che una tale opera dovesse comprendere un volume dedicato particolarmente all’accoglimento della paideia greca nel mondo cristiano primitivo. Ma sebbene la maggior parte del mio lavoro nel campo della letteratura cristiana antica fosse fin da quel tempo già compiuta, è stata appunto la vastità del tema di quell’opera a trattenermi dal dare esecuzione al disegno di un libro piú esauriente sulla continuità storica e sull’evoluzione della tradizione della paideia greca nel periodo cristiano della tarda antichità. Alla mia età non posso piú essere certo di essere in condizione di trattare il problema su scala cosi ampia e, per quanto non abbia rinunciato alla speranza di dare un compimento a quel disegno, ora che penso di essere preparato suffcientemente a farlo, ha deciso di fissare in quest certe linee fondamentali e di pubblicare come una specie di “acconto” su quello che spero sarà un totale ben più grosso. Nel tempo in cui per sola buona sorte sono venuti in nostra mano tesori dell’Oriente quali i rotoli Qumram del Mar Morto e l’intero corpus degli scritti gnostici trovato a Nag-Hammadi nell’ Alto Egitto, e si assiste a un risveglio improvviso della ricerca storica sul primo cristianesimo, è inevitabile che nel medesimo tempo si dia inizio a una rivaluta zione totale del terzo grande fattore che, nei primi secoli della nostra era, ha determinato la storia della religione cristiana, voglio dire, la cultura e la filosofia dei Greci. Presento questo volumetto come un primo contributo a tale ricerca novellamente risorta. WERNER JAEGER. Harvard University, Pasqua 1961; ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Storia laica del cristianesimo. Ugo Stornaiolo. Il Girasole, 1995.

Il Girasole ; 1995; Noisbn ; Copertina flessibile ; 24 x 17 cm; pp. 651; A cura di Ugo Stornaiolo. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte, volume lievemente brunito; Buono, (come da foto). ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

La vittoria della ragione. Come il cristianesimo ha prodotto libertà, progresso e ricchezza. Rodney Stark. Lindau, 2006.

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Lindau (I Draghi); 2006; 9788871805993; Copertina flessibile con risvolti ; 21 x 14 cm; pp. 376; Traduzione di G. Tonoli. Prima edizione. ; minimi segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Molto buono (come da foto). ; Molto è stato scritto sui motivi per i quali, a partire dal Medioevo, l’Occidente ha sopravanzato il resto del mondo. Le spiegazioni più comuni hanno riguardato la felice configurazione geografica, l’espansione dei commerci, il progresso della tecnologia. Ma è stato completamente trascurato un fatto: nessuno sviluppo sarebbe stato possibile senza una profonda fiducia nella ragione, che affonda le proprie radici nella religione cristiana. In questo testo Rodney Stark propone la sua teoria: le più significative innovazioni intellettuali, politiche, scientifiche ed economiche introdotte nello scorso millennio sono riconducibili al cristianesimo e alle istituzioni a esso collegate. Secondo Stark, non sono state la contrapposizione tra la società laica e quella religiosa, né la competizione tra scienza e fede a farci progredire. Al contrario, è alla teologia cristiana che bisogna attribuire la vera origine della ragione. Mentre infatti le altre grandi religioni hanno posto l’accento sul mistero, sull’obbedienza e sulla meditazione, il cristianesimo ha abbracciato la logica e il pensiero deduttivo aprendo la strada alla libertà e al progresso. Nella sua analisi della supremazia occidentale, Stark ridimensiona in modo convincente «verità» ormai accettate da tempo. Dimostra, ad esempio, che il capitalismo prosperò secoli prima che esistesse un’etica protestante del lavoro, ovvero ben prima della Riforma, confutando l’idea che sia stata essa a favorirne la nascita. Nel V secolo, osserva Stark, sant’Agostino lodava sia il progresso teologico sia quello materiale, mentre, parecchio tempo prima di lui, Aristotele aveva condannato l’attività commerciale come «incompatibile con la virtù umana». Ciò rafforza l’idea che il Medioevo non sia stato un periodo di decadenza o di stasi (i famigerati «Secoli Bui»), ma al contrario la culla delle future glorie dell’Occidente. La vittoria della ragione è un’analisi di ampio respiro che accompagna il lettore dal Vecchio al Nuovo Mondo, dal passato al presente, ribaltando in questo percorso non solo secoli di pregiudizi accademici, ma anche la radicata tendenza antireligiosa della nostra epoca. Quest’opera dimostra che ciò che più ammiriamo della realtà che ci circonda – il progresso scientifico, la democrazia, il libero commercio – è in larga misura dovuto al cristianesimo, e che noi oggi siamo gli eredi di questa grande tradizione.; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Apologia del cristianesimo. Tertulliano. Rizzoli, 1984.

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Rizzoli (I Classici della BUR L474.); 1984; 8817124745 ; Copertina flessibile ; 17,5 x 11 cm; pp. 461; Introduzione e note di Claudio Moreschini. Traduzione di Luigi Rusca. Testo latino a fronte. Prima edizione nella collana.; Presenta leggeri segni d’uso al dorso (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte, volume lievemente brunito; Buono, (come da foto). ; L’« Apologeticum», o «Difesa» (del cristianesimo) di Tertulliano (160-230 d.C.) è tra le più significative opere della letteratura cristiana in lingua latina, non solo e non tanto per i suoi pregi letterari, che sono notevolissimi, ma anche perché ci introduce nel vivo di una polemica, quella tra il paganesimo, difeso dalla legislazione imperiale romana, e il cristianesimo, il quale si basava sull’unico principio, tenacemente ribadito, ad essere una religio licita, e confermato dall’esempio del sanguis martyrum, semen christianorum. Libertà di religione e di culto; ma, accanto a questa esigenza di principio, Tertulliano getta nel fuoco della sua polemica una condanna totale del paganesimo in tutte le sue manifestazioni, politiche, artistiche, culturali. Dieci secoli di civiltà greco-romana sono demoliti da quest’opera di un cristiano in rottura con il mondo terreno, che preannuncia e attua, per quanto sta in lui, la trasformazione del mondo antico, già minato dalla crisi, nella civiltà medievale. Polemica antipagana e difesa del cristianesimo trovano piena espressione in un’opera tra le più belle della letteratura latina, per elaborazione formale, gusto della battuta (come la celebre «credo quia absurdum»), descrizione delvariegato e contraddittorio mondo tardoantico. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

La nascita del cristianesimo. Ebrei, greci, romani e la morte del mondo antico. Carsten Peter Thiede. Mondadori, 1999.

Mondadori (Civiltà e religioni.); 1999; 9788804472094 ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta; 22,5 x 14,5 cm; pp. 418; Traduzione di Enzo Gatti. Prima edizione nella collana. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (piccole imperfezioni, manca triangolino prezzo), interno senza scritte, volume lievemente brunito; Buono, (come da foto). ; Con la perizia analitica del papirologo e lo stile di un vivace scrittore, Thiede conduce il lettore in un viaggio a ritroso nel tempo, impossibile eppure a suo modo reale, nel momento cruciale tra la fine di un mondo e l’inizio di un altro. Destinazione Gerusalemme, Nazaret, Betlemme, Cafarnao, il lago di Tiberiade e il Mar Morto; ma anche Atene, Corinto, Efeso, Tessalonica e le altre vivaci città della Grecia; ed ancora Alessandria d’Egitto, Cirene, Antiochia, Damasco, Roma, Lione, i centri culturalmente più importanti del vivacissimo mondo mediterraneo del I e del II secolo della nostra era. Si scopre così che in ogni angolo dell’impero romano la vita quotidiana di ognuno era intrecciata strettamente con l’economia, la politica, le culture, e che filosofie e religioni diversissime si sviluppavano l’una in contatto con l’altra, e spesso non senza vicendevoli polemiche, rivalità, scontri. Il modo di viaggiare, la composizione e l’organizzazione della famiglia, l’esercizio del potere, la trasmissione delle informazioni e della cultura, persino il cibo e l’abbigliamento, giocavano un ruolo non marginale, così come del resto avviene ai nostri giorni, sulla spiritualità e le religioni del tempo. È su questo sfondo, e in diretta competizione con le altre religioni, che fa la sua comparsa una fede del tutto particolare, all’inizio marginale perché nata in provincia, poi fastidiosa perché non si rassegna a scomparire, poi addirittura tale da segnare la morte del mondo antico e la nascita della civiltà occidentale. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Gli Shakers americani. Da un neocristianesimo a un presocialismo?. Henri Desroche. Edizioni di Comunità, 1960.

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Edizioni di Comunità ; 1960; Noisbn ; Copertina flessibile con risvolti ; 20,5 x 12 cm; pp. 322; ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (piccole imperfezioni), interno senza scritte, volume lievemente brunito; Buono, (come da foto). ; Nella sua ” Storia del socialismo americano”, del 1870, G. H. Noyes scrive: « L’influenza degli Shakers sui socialisti americani è stata così grande, che bisogna considerarli a parte fra tutte le precedenti comunità religiose ». E aggiunge: « È molto dubbio che l’owenismo e il fourierismo sarebbero mai esistiti o almeno che avrebbero mai operato nella nazione americana se le realizzazioni dello shakerismo non fossero prima di essi esistite e non li avessero poi accompagnati ». A sua volta Federico Engels, in una conferenza del febbraio 1845, per dimostrare come il sistema comunista potesse essere vantaggioso e realizzabile, aveval esposto i risultati ottenuti dalle comunità americane e in particolare dagli Shakers. La letteratura sul movimento shaker è assai vasta, ma questo libro di Henri Desroche in certo modo la riassume e la conclude; esso costituisce un’analisi storico-sociologica che riprende i molteplici motivi di discussione e li svolge in un’opera che tocca tutti i momenti e i problemi di un’esperienza religioso-sociale tra le più singolari. La conclusione a cui l’Autore arriva è l’individuazione del dilemma insormontabile tra il due destini in cui si svolse la storia e si concluse la parabola dello shakerismo: il dilemma tra il suo neo-cristianesimo e il suo pre-socialismo, tra la sua spinta millenaristica e la sua vocazione ugualitaria. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Dal totemismo al cristianesimo popolare. Sviluppi semantici nei dialetti italiani ed europei. Mario Alinei. Edizioni dell’Orso, 1984.

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Edizioni dell’Orso Editore (Filologia, linguistia, semiologia 4.); 1984; 8876940065 ; Copertina flessibile ; 14 x 17,5 cm; pp. IX-165; ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni, scoloriture), interno senza scritte, bruniture ai tagli; Molto buono, (come da foto). ; Il totemismo, che come scoperta della prima religione dell’umanità risale ai classici dell’etnologia, della storia della società e delle religioni ed è stato sempre studiato dal punto di vista storico-religioso ed etnologico, viene per la prima volta presentato sulla base di dati esclusivamente linguistici, e non solo come sistema classificatorio, ma anche e soprattutto come sistema magico-religioso vero e proprio. I dati linguistici, infatti, per il loro significato intrinseco e attraverso la loro evoluzione semantica, dimostrano come un sistema classificatorio universale presupponga necessariamente una visione dell’universo e della realtà, e quindi un sistema di comportamento etico. Curiosamente, la linguistica conosce, fra i suoi capitoli più importanti, un’imponente serie di monografie e saggi sul tabù linguistico, ma nessuna sul totem, che pure, nel periodo più remoto della nostra storia, ne rappresenta il pendant indispensabile. Eppure occorre prendere atto che il totemismo e la sua evoluzione sopravvivono in centinaia di nomi e di sviluppi semantici soprattutto dialettali, e in tutta Europa. Nato a Torino, Mario Alinei è professore di Italianistica all’Università di Utrecht (Olanda) e presidente dell’Atlas Linguarum Europae (ALE). Ha fondato nel 1980 e dirige la rivista «Quaderni di Semantica», pubblicata da il Mulino di Bologna. Tra i suoi lavori (oltre 150), ricordiamo Spogli Elettronici dell’Italiano delle Origini e del Duecento (1968 e ss.). La struttu ra del lessico (1974) e Lingua e dialetti: struttura, storia, geografia (1984). ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Cristianesimo, tolleranza, omosessualità. La Chiesa e gli omosessuali dalle origini al XIV secolo. Boswell John. Leonardo, 1989.

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Leonardo; 1989; 9788835500100 ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta ; 23 x 16 cm; pp. 509; Traduzione di Egle Lauzi. Prima edizione. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi della sovracoperta (senza mancanze, piccole imperfezioni), interno senza scritte, volume lievemente brunito; Buono, (come da foto). ; Un silenzio improvviso può essere assordante: il silenzio che dal Trecento fino ai nostri giorni ha avvolto la realtà di una minoranza discriminata può aver fatto dimenticare anche l’eco di voci che, risvegliate e riportate fuori dalla secolare quiete di biblioteche e archivi, ci dicono il contrario di quanto siamo stati abituati a credere. E opinione comune che l’avvento del cristianesimo abbia determinato la condanna morale dell’omosessualità: l’opera di John Boswell ci rivela una lunga e insospettata tradizione di tolleranza. Se in un manuale a uso dei confessori dell’ VIII secolo si assegnavano un anno di penitenza per il peccato di atti impuri tra maschi e solamente centosessanta giorni per lo stesso peccato tra donne, nel medesimo libro si comminavano tre anni di penitenza a un prete che fosse andato a caccia. Mentre le autorità civili condannarono l’omosessualità nel VI secolo, le gerarchie ecclesiastiche non la considerarono problema da discutere in un Concilio generale fino al 1179. Perché? Nella ricerca storica di Boswell, alle voci di moralisti intolleranti come Pier Damiani fanno da controcanto le voci di Alcuino, sant’Anselmo di Canterbury, Marbodo di Rennes, sant’Aelredo di Rielvaux e molte altre figure del Medio Evo cristiano che l’autore non esita a definire gay, riconoscendo in loro la consapevolezza di una condizione omosessuale che si esprime nella spiritualità della poesia d’amore e nella trama di una sottocultura in rapporto dinamico e diretto con la cultura ufficiale della Chiesa. Inappuntabile nella formulazione di originali ipotesi che preparano il campo ad altre indagini sulla storia di tutte le intolleranze, audace nel coniugare le virtù accademiche al piacere dei testi, intarsiato di materiali inediti, questo celebre saggio ha suscitato al suo apparire nel mondo anglosassone un vivace dibattito e ci spinge a domande stimolanti: per esempio, se sia lecito a uno storico andare alla ricerca dei fondamenti di una teologia della liberazione gay. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Il vangelo segreto di Tommaso. Indagine sul libro più scandaloso del cristianesimo delle origini. Pagels Elaine. Mondadori, 2005.

Mondadori (Saggi); 2005; 9788804543916 ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta ; 22,5 x 14,5 cm; pp. 197; Traduzione di Carla Lazzari. Prima edizione. ; Presenta minimi segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Molto buono, (come da foto). ; Il Vangelo di Tommaso, rinvenuto con altri manoscritti gnostici nel 1945 a Nag Hammadi, in Alto Egitto, ha un valore storico e teologico inestimabile perché presenta straordinarie affinità con il coevo racconto di Giovanni, l’evangelista dal linguaggio più esoterico e profondo. Come mai, allora, il Vangelo di Giovanni fu incluso nel Nuovo Testamento, insieme a quelli di Matteo, Marco e Luca e alle lettere di Paolo, mentre i “detti segreti” di Tommaso furono condannati alla distruzione? Cosa spinse la Chiesa dei seguaci di Cristo, oggetto di feroci persecuzioni, ad approvare il Credo niceno e a stabilire che alcune testimonianze sulla vita e sull’insegnamento di Gesù erano ‘ortodosse’ e altre ‘eretiche’? Elaine Pagels, una delle maggiori storiche della cristianità, istituisce un appassionato confronto storico e filologico fra il Vangelo di Tommaso (di cui fornisce una nuova traduzione) e quello di Giovanni, scorgendovi due diverse interpretazioni della presenza di Dio sulla terra. A differenza di Giovanni, infatti, Tommaso esorta non tanto a “credere in Gesù” quanto a “cercare di conoscere Dio”, utilizzando le capacità che ci ha donato nel crearci a sua immagine e somiglianza. Come è noto, a prevalere nella diatriba sulla natura di Cristo e sul significato della “buona novella”, che divampò verso la fine del primo secolo fra i vari gruppi cristiani, fu la concezione giovannea, forse più funzionale a quel processo di istituzionalizzazione del cristianesimo che avrebbe trasformato un insieme di comunità disperse in un’unica Chiesa. Eppure, la lettura dei testi “apocrifi”, così cronologicamente e semanticamente vicini alla predicazione di Gesù, continua a riservare sorprese, a suggerire ‘verità’ alternative a quelle fornite dalla versione ufficiale, ad aprire a ciascuno nuovi percorsi di ricerca, sia essa di carattere religioso o solo ispirata da curiosità storica e scientifica. In questo libro ricco di spiritualità, e che porta i segni di una drammatica vicenda personale, la Pagels ci rivela la grande lezione di umanità e di antidogmatismo presente nell’insegnamento “negato” di Tommaso e ci propone una nuova chiave di lettura di pagine di storia cristiana rimaste troppo a lungo celate. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.