Vite minuscole. Pierre Michon. Adelphi, 2016.

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Descrizione

Adelphi (Fabula 308.); 2016; 9788845930881; 22 x 14 cm; pp. 204; Copertina flessibile con risvolti; Prima edizione; leggeri segni d’uso alla copertina (piccolissima abrasione al dorso), interno ottimo; Buono (come da foto). ; “Vite minuscole” esce in Francia nel 1984. È il primo libro di uno scrittore ignoto al milieu letterario, ma è subito chiaro che si tratta di un esordio folgorante. E audace: recuperando una tradizione che risale a Plutarco, a Svetonio, all’agiografia, Michon ci racconta le vite di dieci personaggi non già illustri o esemplari, ma, appunto, minuscoli: e dunque votati all’oblio se non intervenisse a riscattarli una lingua sontuosa, di inusitata e abbagliante bellezza, capace di “trasformare la carne morta in testo e la sconfitta in oro”. Vite come quella dell’antenato Alain Dufourneau, l’orfano che vuole “fare il salto nel colore e nella violenza”, in Africa, convinto che solo laggiù un contadino diventa un Bianco e, fosse anche “l’ultimo dei figli malnati, deformi e ripudiati della lingua madre”, può sentirsi più vicino alla sua sottana di un Nero; o come quella, lacerante, di Eugène e Clara, i nonni paterni, inchiodati nel ruolo di “tramite di un dio assentato” – il padre, il “comandante guercio”, che ha preso il largo e da allora scandisce la vita del figlio come la stampella di Long John Silver, nell’Isola del tesoro, “percorre il ponte di una goletta piena di sotterfugi”; o come quella dei fratelli Roland e Rémi Bakroot, i compagni di collegio, torvamente sprofondati nel passato remoto dei libri il primo, nell’invincibile presente il secondo, e uniti da una rabbia ostinata non meno che da un folle amore. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.