Descrizione
Società Europea di Edizioni; 1978; Noisbn; Rilegato con titoli al dorso, astuccio muto; 19 x 12 cm; pp. 225; Copia numerata 2220/6300. Dedica di Indro Montanelli al frontespizio; leggeri segni d’uso all’astuccio, imperfezioni al dorso, interno buono; Buono (come da foto). ; Chi sia l’autore che si firma Averroè, molti lettori lo chiesero fin da quando, riportando un immediato successo, la rubrica Se io fossi apparve nella quinta pagina de « il Giornale nuovo ». Io serbai, rigorosamente, il segreto. E per una ragione semplicissima: questo personaggio, cessando di essere, com’è, uno pseudonimo, aveva iniziato a vivere. Poco ci mancava che, durante una riunione di redazione, mi si presentasse davanti. A chi continua a chiederlo, ripeto che Averroè era un saggio. E che come i saggi, quando lo sono davvero, conosceva il valore dell’ironia. Ai nostri occhi poi, ha un altro merito: quello di essere caduto in disgrazia per le accuse mossegli dagli ortodossi del tempo. Noi, che della battaglia alle ortodossie abbiamo fatto la nostra bandiera, di avere un Averroè tra i nostri collaboratori, facciamo un punto d’onore. Posso solo dire che il nostro non è arabo, ma napoletano. Ama i numeri, ma non le cabale, di cui il nostro Paese è purtroppo traboccante. Se l’autore non lo si conosce, noti più spesso per i loro vizi che per il loro nome sono i personaggi presi di mira. A loro modo, letti tutti insieme, questi pezzi costituiscono una sorta di bestiario dell’Italia contemporanea. Con tali e tante ottusità e dabbenaggini che il pudico Medioevo era solito attribuire, appunto agli animali. ;