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Racconto dei tempi passati. Cronaca russa del secolo XII. AA. VV.. Einaudi, 1971.

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Descrizione

Einaudi (Biblioteca di cultura storica 115.); 1971; Noisbn ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta; 21,5 x 15,5 cm; pp. CXXIII-190; Acura di Itala Pia Sbriziolo, con un saggio di Dmitrij S. Lichacev. Prima edizione. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi della sovracoperta (senza mancanze, piccole lacerazioni “riparate”, scoloriture), interno ottimo, senza scritte, solo un piccolo timbro al frontespizio; Buono, (come da foto). ; Il Medioevo è la grande età delle cronache in tutta l’Europa, da Bisanzio alla Spagna. Non fa eccezione neppure la Russia, anche se le nostre consuetudini culturali ci portano piuttosto a conoscere quelle dell’Occidente. Anzi la Russia possiede un monumento unico e invidiabile nell’ambito del genere cronachistico. Sul fecondo terreno della cultura russa del secolo XII fu redatto il Racconto degli anni passati (Povest vremennych let), da un monaco di Pecersckij chiamato Nestor e nell’ambiente umanamente cosí ricco e importante dei monasteri di quel tempo, ai quali ci riporta in modo indelebile il Pimen di Boris Godunov. Al tramonto dell’epoca patriarcale, sta sorgendo una nuova società, quella feudale. Le due età si riflettono nel Racconto, con le ideologie e i sentimenti che vi sono connessi: la fierezza di un grande passato nazionale e la fiducia ansiosa in un nuovo avvenire; la linfa del grande fiume delle tradizioni e del gusto popolare, la fonte orale e le testimonianze presenti, con quanto di vivo e di concreto e di sincero esse hanno (e quindi un’assoluta verità); e la classe dei nuovi potenti, i loro interessi e le loro violenze; le tradizioni scritte locali ma anche la tentazione letteraria e gli schemi imponenti delle vicine opere storiografiche greche e slave occidentali.; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.