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Poesie. Williams Carlos Williams. Einaudi, 1961.

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Descrizione

Einaudi (Nuova collana di poeti tradotti con testo a fronte 12); 1961; Noisbn ; Copertina flessibile; 22 x 16 cm; pp. 318; Tradotte e presentate da Cristina Campo e Vittorio Sereni. Prima edizione. Testo inglese a fronte ; leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; Nato nel 1883 a Rutherford, New Jersey, William Carlos Williams ha esercitato per anni e anni la professione di medico in quella città, a favore di una clientela essenzialmente operaia. Qualcuno non ha mancato di chiedersi come sia stato possibile a Williams conciliare l’esercizio intenso della poesia con la pratica della medicina. In realtà non è da escludere che la professione e la molteplicità delle frequentazioni che questa comporta abbiano favorito nel poeta la tendenza a « muovere dal particolare per risalire al generale, assumendo la totalità, con poveri mezzi ». Una facile collocazione vorrebbe fare di lui il piú americano dei poeti americani, anzi il poeta americano per eccellenza. Vecchia suggestione, cui Williams non ha mancato di prestarsi, della quale avevano già fatto le spese la figura e l’opera di Walt Whitman, o, per altro verso, di Carl Sandburg. Ha certo più significato nella sua schematicità la contrapposizione che un critico ha tentato tra T. S. Eliot e W. C. Williams: Eliot cerca un linguaggio che adegui l’immaginazione a Dio; Williams cerca un linguaggio che adegui l’immaginazione alle cose, al reale. E infatti, per quanto di volta in volta imprevedibile si ponga in Eliot il rapporto tra vita e morte, non si può non avvertire ogni volta la presenza di un fermo principio discriminante, di una precostituita regola morale e conoscitiva che in quel rapporto cerca le sue difficili conferme. In Williams il rapporto può mutare all’infinito, nella misura in cui di volta in volta possono trovarsene mutati i termini stessi: la morte che giunge dove meno la si aspetterebbe, la vita che nasce dove la morte pareva aver fissato stabilmente il suo regno. Diviso tra una pragmatistica e questa sí molto ameri cana « volontà di credere » e un istinto anche piú fondo che lo porta a dare credito alla fertilità dello sguardo in tutta la sua possibile estensione, egli è « fisso come scrive qui stesso Cristina Campo – con meravigliosa costanza, piú che all’oggetto alla sua metamorfosi ». Perché si tratta di un pocta che si riconosce tale – come scrive Sereni nella stessa sede « solo nell’atto di firmare la poesia finita, per annullarsi come poeta immediatamente dopo e rinascere come uomo che guarda ». Non per niente si è notato che, se nei Quartetti di Eliot il solo vero personaggio è Dio, o qualcuno che molto gli assomiglia, nell’opera di Williams non solo s’incontrano tante e tante persone, ma queste persone sono credibili e si faranno ricordare sempre. Il buono e il meno buono di Williams nascono dalla disposizione qui descritta e si caratterizzano in una misura del tutto particolare, abbastanza per far dire al poeta e critico Randall Jarrel, prefatore dei Selected Poems: non ho mai letto né immagi nato niente di simile, per le sue cose migliori; e per le peggiori: vorrei con tutta l’anima che assomigliassero un po’ di più a poesie normali. Un residuo di tale atteggiamento vive anche in questa scelta, che non presume di offrire il meglio di Williams, ma aspira a rendere (per quanto è possibile a una scelta essenzialmente fondata su un’adesione e un atto di omaggio) l’immagine di fertile potenzialità, di campo aperto, di perenne tensione al « dire la verità sulle cose », soggettiva e oggettiva insieme, che è l’imperfetta poesia di William Carlos Williams….. . ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.