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Pietro e Ambrogio Lorenzetti. Chiara Frugoni (a cura di). Le Lettere, 2002.

Descrizione

Le Lettere (Collezione d’arte A. Menarini); 2002; Noisbn ; Rilegato in tela con titoli in oro al dorso, sovracoperta ; 33,5 x 25 cm; pp. 271; Testi di Alessio Monciatti, Maria Monica Donato, Chiara Frugoni. Volume riccamente illustrato a col. (anche a piena pagina) ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Molto buono, (come da foto). ; Della vita dei due fratelli, Pietro e Ambrogio, non sappiamo nulla. In base a ricostruzioni basate su un nome in un documento – che la sorte ha distrattamente conservato- o sulla data più antica di una tavola firmata – selezionata dal caso – possiamo ritenere che Pietro sia nato intorno al 1280 e Ambrogio intorno all’ultimo decennio del XIII secolo. La peste del 1348 probabilmente falciò la vita di entrambi i fratelli: ci consente però di ascoltare la voce di Ambrogio il testamento che egli personalmente redasse durante “la scura mortalità e pistolentias”, come egli ebbe a esprimersi. Che un pittore fosse in grado di redigere un circostanziato documento conferma la fama di uomo colto di cui Ambrogio godeva, apprezzato in maniera entusiastica da Lorenzo Ghiberti, che lo definisce “singularissimo maestro”, “huomo di grande ingegno”, “nobilissimo disegnatore”, per concludere: “et altrimenti dotto che nessuno degli altri”. Il Vasari ammirava invece moltissimo Pietro: “fu … per tutta Toscana chiamato e carezzato, avendolo fatto conoscere primieramente le storie che dipinse a fresco nella Scala, spedale di Siena, nelle quali imitò di sorte la maniera di Giotto.” Tuttavia in questi affreschi il Vasari non riusci a leggere correttamente il nome di Pietro né comprese il nesso parentale con Ambrogio; doveva essere un’iscrizione ben leggibile, dato che ci è stata conservata da Ugurgeri Azzolini che la trascrisse nel 1649: «Hoc opus fecit Petrus Laurentij, et Ambrosius eius frater”. Non resta dunque che scrutare le opere rimaste dei due pittori, per ricongiungerci, idealmente, all’ammirazione di cui godettero presso i contemporanei, pur nella triste consapevolezza della perdita di interi, lodatissimi, cicli. Alessio Monciatti, Maria Monica Donato ed io abbiamo cercato di offrire al lettore, attraverso una narrazione piana, con molti paragrafi che permettano riposanti soste, un viaggio che segue il percorso artistico dei due fratelli nelle chiese, nei palazzi e nei musei, in compagnia di splendide riproduzioni. Abbiamo privilegiato il significato delle immagini e il loro contesto culturale, anche se non sono stati dimenticati, ovviamente, i problemi di stile e di attribuzione. A lettura finita il turista in poltrona, questo è il nostro augurio, dovrebbe sentirsi invogliato a mettersi in viaggio davvero, per godere anche dell’atmosfera che circonda tanti capolavori, con il piacere di riconoscerli cari e famigliari. Chiara Frugoni ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.