Descrizione
Longanesi (Il cammeo 303); 1996; 9788830413177; Copertina flessibile con risvolti ; 21 x 14 cm; pp. 575; Traduzione di Nicola Curcio. Prima edizione.; Presenta segni d’uso (sbucciature ai piatti e dorso), interno senza scritte, volume brunito; Accettabile, (come da foto). ; Martin Heidegger è unanimemente considerato il maggior filosofo del Novecento. Ma il suo pensiero, come disse Jacques Derrida, rappresenta anche la maggior « ferita » nella storia della filosofia tedesca. Il «caso Heidegger», le accese e ripetute polemiche intorno alla sua figura e all’incontro della sua filosofia con il nazismo hanno diviso il mondo culturale e ritardato la comprensione del suo pensiero. Rüdiger Safranski ha percorso l’opera di Heidegger – dagli esordi a Essere e tempo, dalla « svolta» alle Vorlesungen degli anni ’30 su Platone, Hölderlin e Nietzsche, fino alle riflessioni estreme di un impervio ma affascinante « cammino di pensiero » con il proposito di chiudere quella ferita, al di là delle condanne preconcette e delle facili assoluzioni; ha aperto un’inedita, approfondita e leggibile via per il confronto senza sviamenti con la filosofia di questo «maestro » nel senso in cui lo fu il mistico Meister Eckhart. Heidegger era profondamente « tedesco » come il compositore Adrian Leverkühn nel Doctor Faustus di Thomas Mann, e aveva realmente qualcosa del « maestro tedesco » cantato da Paul Celan, un poeta che egli amò molto e al quale fu legato da una sofferta amicizia. I suoi principi filosofici lo indussero, per un breve periodo, a diventare un appassionato sostenitore della rivoluzione nazionalsocialista, per poi distaccarsene in virtù di quegli stessi principi. Ma, come insegna questo libro, se si interpreta il pensiero di Heidegger soltanto dal punto di vista politico, non solo non lo si comprende, ma addirittura lo si fraintende ;