Gioco d’infanzia. Giovanni Comisso. Guanda, 1994.

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Descrizione

Guanda (Narratori della Fenice.); 1994; 9788877467478 ; Copertina flessibile con risvolti ; 20 x 13,5 cm; pp. 173; A cura di Nicola Naldini. Prima edizione nella collana; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Buono, (come da foto). ; Credo che dopo gli Enfants terribles di Cocteau, sia il più bel libro moderno che ho letto. È una corsa tragica e affannosa verso l’illuminazione finale: non so se tu sai che hai scritto un libro tragico. Non ti dico di più per questa sera: ma bisogna che te ne parli a voce. La morte del padre è tra le più belle cose del libro; ma non è la più bella: tutto il libro è ugualmente bello… Così scrisse il poeta Umberto Saba all’amico Comisso il 28 maggio 1932. Dal seguito della lettera balza fuori un piccolo giallo filologico, perché Saba non si riferisce al testo di Gioco d’infanzia come noi lo conosciamo dal 1965 quando Comisso dopo trentatré anni dal suo compimento si è deciso a pubblicarlo. Saba si riferisce a un manoscritto originale su cui l’autore più tardi è intervenuto a censurare con cospicui tagli le parti considerate scabrose. Di quale scabrosità si tratti il lettore è subito avvertito. Dietro una trasparente finzione Comisso ha scritto un racconto autobiografico in cui il riconoscimento dell’omosessualità è analizzato e descritto come blocco psicologico infantile. Ed è per l’intensità di questa descrizione che Saba usa l’espressione tragico. Una ricerca compiuta da Nico Naldini nell’archivio di Comisso ha consentito il rinvenimento dei quaderni autografi originali e l’identificazione di quei passi che erano stati censurati dallo stesso autore; ma si potrebbe affermare che i tagli gli erano stati imposti dalla pruderie del tempo. Quello fascista e poi quello postfascista, che sull’omosessualità hanno decretato eguali condanne bislacche e codine. La presente edizione di Gioco d’infanzia si divide in due parti. Nella prima è riprodotto il testo licenziato dall’autore dopo le amputazioni. La seconda è costituita da un commento storico sulla nascita di questo libro e sulle reazioni suscitate (ma anche da una ulteriore chiarificazione del tema affrontato da Comisso) e soprattutto dalla riproduzione delle parti espunte, ricollocate al loro posto, come le parti superstiti di un affresco nella grafia di una sinopia. Giovanni Comisso è nato a Treviso nel 1895, e qui è morto nel 1969. Tra le sue opere ricordiamo (pubblicate da Longanesi): Le mie stagioni, Storia di un patrimonio, La mia casa di campagna, Viaggi felici, Il sereno dopo la nebbia. Nel catalogo Guanda è La donna del lago; presso Neri Pozza sono usciti Mio sodalizio con de Pisis, Agenti segreti di Venezia e Gente di mare.; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.