Gent ed ca nòstra. Storie di uomini piemontesi. Grosso Michela. Piemonte in bancarella, 1991.

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Descrizione

Piemonte in bancarella; 1991; Noisbn ; brossura ; 24 x 17 cm; pp. 252; Prefazione di Michele Ruggiero. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Buono, (come da foto). ; Dalla PREFAZIONE: In un linguaggio piano, senza clamori, Michela Grosso allinea i suoi personaggi: è un viaggio attraverso la civiltà piemontese, da quel proconsole romano che mai avrebbe immaginato di comparire tra la « Gent ed ca nòstra » fino a Renzo Gandolfo, il professore cui la cultura subalpina deve molto. Ovviamente, come tutti i dizionari biografici, anche questo schiera i vari personaggi, o meglio personalità, e rende giustizia a tutti: quando si consultano le biografie non esistono più o sono soltanto accennate, le miserie, le passioni, le meschinerie, i vizi privati e le pubbliche virtù, ci chiediamo quanti tormenti, quanti drammi si celino in poche righe. Si può parlare bene delle imprese di Facino Cane, uomo di ferro in tempi ferrigni, del conte di Carmagnola, che non è quello di Alessandro Manzoni, della principessa di Lamballe, antesignana di una libertà di sentimenti e di passioni che oggi nessuno le rimproverebbe, o pietosamente tacere sull’atroce morte del ministro Prina, vittima, come la principessa, della bestialità popolare. Scrive l’autrice, a proposito del ministro novarese: « …questa è la fine di un uomo colpevole di una sola grande, onestà: egli voleva che le tasse fossero pagate da tutti » È opportuno che questo dizionario non sia consultato da qualche nostro tremebondo amministratore….; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.