Diario e memorie poetiche. Murasaki Shikibu. Feltrinelli, 1984.

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Descrizione

Feltrinelli (Tempo ritrovato); 1984; 880707009x ; Copertina flessibile con risvolti ; 22 x 14 cm; pp. 221; A cura di R. Bowring. Traduzione di P.F. Paolini. Prima edizione. ; minimi segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Molto buono (come da foto). ; Vissuta in Giappone intorno all’anno Mille. Muraki Shikibu (1975-forse 1014, forse 1025) ci ha lasciato, oltre al Genji monogatoari, romanzo magico, tra i più appassionanti d’ogni tempo e paese, altre due preziose gemme letterarie, velatamente autobiografiche: Il Diario, che si riferisce a due soli anni peraltro cruciali, della sua permanenza a Corte come dama di pagnia della seconda Imperatrice, ed un’incantevole commistione di reminiscenze, cronache di episodi e cerimonie pubbliche, pensieri e confessioni private; le Memorie poetiche, vero e proprio canzoniere, storia intima di momenti lirici, che spazia su tutte le stagioni esistenziali dell’autrice e ne rivela i complessi, segreti sentimenti. Entrambi i testi sono raccolti integralmente in questa edizione italiana della versione critica, la prima in Occidente, curata di recente dall’americano Richard Bowring. Le sue annotazioni e i suoi commenti, lungi dall’interferire col piacere di una distesa lettura, l’arricchiscono con puntuali esegesi letterarie e ragguagli storici e di costume. Le pagine del Diario ci restituiscono, sia pur trasfigurate, immagini e parole di un mondo assai singolare: la Corte imperiale di Heian Kyo, capitale del Giappone, nell’epoca del suo massimo splendore. Società di “consumatori” per eccellenza, l’aristocrazia conduceva una vita dominata dalla mania del buon gusto e dal vizio del decoro che intreccia ipocrisia a raffinatezza. La più elaborata e inesorabile gradazione dei valori consentiva ai potenti di controllarsi tra loro e (e controllare il paese) rendendo superflua la violenza: le lotte di clan e frazioni di clan, aspre ma incruente (oggi diremmo ferocemente salottiere), si risolvevano nelle alterne vicende di trame tresche e fatture, di trionfi cerimoniali disgrazie in codice, brevi esilii e retrocessioni nel grado. In quella società maniersta, il luogo della Storia era preso dalle minuziose osservanze cerimoniali, dai viluppi familiari, dagli intrighi del desiderio e dei sentimenti. Naturale che vi fosse vissuta come evento capitale la nascita di un Principe ereditario, partorito dall’una o dall’altra moglie dell’Imperatore. E appunto intorno a un lieto evento del genere che ruota il Diario: nel 1008 Shooshi, seconda Consorte Imperiale di Ichijo, da alla luce un figlio maschio, a maggior gloria non tanto del padre, quanto del nonno materno, l’onnipotente Ministro Michinaga; con questi la Murasaki, vedova da tempo, sembr’essere in relatione amorosa… Fra le tante singolarità che affascinano il lettore, la più stupefacente e la più rivelatrice è l’intensa naturalezza con cui l’autrice racconta la squisita artificialità e i lambiccati formalismi della Corte, pennellando piccole scene che – per il disegno preciso e insieme vago che immerge le figure nell’ambiente, la luce e le penombre dei colori, la mobilità dei piani – acquistano il valore estetico della pittura. Eppure, in questa seducente “cronista mondana”, così ossessivamente attenta ai particolari, e perfino alle sciocchezze e alle futilità, è difficile non sospettare un garbo d’ironia, se non addirittura un velato tentativo di ridurre la vita di Corte tout court a pura banalità ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.