A mezza parete. Emigrazione, nostalgia, malattia mentale. Delia Frigessi Castelnuovo, Michele Risso. Einaudi, 1982.

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Descrizione

Einaudi (Nuovo Politecnico 126); 1982; Noisbn; Copertina flessibile ; 18 x 10,5 cm; pp. 212; A Prima edizione; leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Buono, (come da foto). ; La nostalgia come malattia: un problema che non è di pertinenza medica finisce per coinvolgere la medicina, tanto che si è cercato di dimostrare la stretta correlazione, l’interdipendenza tra emigrazione e malattia mentale. In ambedue i casi si spiega il fenomeno con analoghi meccanismi di razionalizzazione: psicologici, medici e sociologici. La qualità innegabile dello sradicamento è coperta e interpretata mediante la sua quantificazione in numeri e percentuali. Medici e psichiatri propongono sindromi e localizzazioni, limiti e paragoni tra l’emigrato e l’autoctono: quello degenerato, pre-schizoide, questo sano e normale. Si costruiscono teorie che funzionano da schermo ai problemi della miseria, della violenza sociale e del sottosviluppo mentre si propagandano teorie che rispondono all’opportunità di una nuova organizzazione e divisione del lavoro. Tuttavia le ricerche epidemiologiche e gli studi a catena sulla psicopatologia dell’emigrazione condotti fino ad oggi negli Stati Uniti ed in Europa hanno innescato un processo che contiene in sé la propria negazione. Viene occultato, piú che risolto, il rapporto privilegiato tra emigrazione e malattia mentale anche quando il nesso tra predisposizione, comportamenti e tratti etnici è refutato e le ipotesi, i risultati scientifici fino a quel momento dati per certi vengono corretti o addirittura rovesciati. Ed emergono cosí nuove domande. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

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